Oscar (Italian Edition) by Matthew Sturgis

Oscar (Italian Edition) by Matthew Sturgis

autore:Matthew Sturgis [Sturgis, Matthew]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Utet
pubblicato: 2020-01-01T23:00:00+00:00


7

“Woman’s World”

Era un caso di grammatica contro misticismo, e il duello è ancora aperto. Sento che dovrò cedere.

OSCAR WILDE

Oscar ricevette un’offerta di lavoro. Nell’aprile del 1887 Wemyss Reid, direttore generale della Cassell’s Publishing Company, gli propose di dirigere «e in una certa misura ricostruire» il prestigioso e appena fondato mensile “Lady’s World”. Probabilmente a incoraggiare il sondaggio fu la persistente reputazione di Wilde come riformatore dell’abbigliamento, oltre al suo essere una delle due metà di una celebre coppia di esteti. L’opportunità, che prometteva un titolo ufficiale e uno regolare stipendio, fu lusinghiera e tempestiva. Wilde accettò.

Era pieno di idee. Trovava che, nella sua forma corrente, il periodico fosse «troppo da femmina e non abbastanza da donna» e suggerì un «orizzonte più ampio» e una «prospettiva più elevata», meno «modisteria e fronzoli», meno costose illustrazioni di moda, più articoli su quello che le donne «pensano e sentono». Voleva pareri femminili sull’arte e sulla vita moderna, critica letteraria interessante («se un libro è banale non parliamone») e un racconto a puntate («emozionante ma non tragico»). Immaginò contributi dalla famiglia reale (la principessa Louise, magari, o la principessa Christian), dall’America (Julia Ward Howe), da Parigi (Madame Adam), dalle università (Mrs Humphrey Ward) e magari di tanto intanto da un uomo.

Era impaziente di mettere in discussione e al tempo stesso sfruttare le divisioni convenzionali tra i sessi. Nell’ambito dell’arte, perlomeno, era pronto a dichiarare irrilevanti le questioni di genere: «Gli artisti hanno un sesso, l’arte no». E sperava che sotto la sua direzione il giornale diventasse una rivista «che gli uomini possano leggere con piacere. Devono considerare anche loro un privilegio essere chiamati a collaborarvi».1 Consigliò di cambiarne la copertina e pretese di cambiarne il nome.2 A lui e a tutte le sue amiche sembrava che “The Lady’s World” avesse «un che di volgare». Una rivista che ambiva a diventare «l’organo delle donne intelligenti, colte e di rango» doveva chiamarsi “Woman’s World”. Il nome, disse, gli era stato suggerito da Mrs Craik, celebrata autrice di John Halifax, memorie di un gentiluomo.3

Stabiliti i termini dell’incarico, dal 1˚ maggio Wilde cominciò a incassare uno stipendio. L’importo esatto non ci è noto, ma un contemporaneo lo stimava a 6 sterline alla settimana (più di 300 all’anno); non ingente, ma molto, molto più di quanto avesse guadagnato fino a quel momento.4 Sebbene mancassero ben sei mesi all’uscita del primo numero di cui sarebbe stato responsabile, Wilde si dedicò ai preparativi senza il minimo indugio: aiutato dall’infaticabile Mrs Jeune stilò elenchi di potenziali collaboratrici; organizzò interviste a «persone distinte e importanti»; scrisse «innumerevoli lettere» per sollecitare e proporre articoli.

Tra le donne aveva trovato grandi alleate e sostenitrici sin dal giorno del suo arrivo Londra. Erano state loro ad accoglierlo nelle loro case, a godere della sua compagnia e ad ascoltare le sue opinioni sull’arte. Adesso Oscar aveva la possibilità di sdebitarsi con il suo entusiasmo, la sua dedizione e con l’offerta di «una ghinea a pagina» per tutti gli articoli pubblicati (la stessa tariffa del “Fortnight Review” e del “Nineteenth Century”).



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